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Autore Black book - Verhoeven al suo ritorno in Europa
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 02-02-2007 10:15  
Il ritorno di Verhoeven in Europa, nella sua Olanda, dopo venti anni di dorato esilio in terra californiana, segna un cambiamento di passo per il regista di Robocop e Basic Instict. Dopo una ricerca storica durata, a fasi alterne, per anni, insieme allo sceneggiatore Gerard Soeteman, il regista olandese ha costruito un copione che, partendo da spunti e personaggi realmente esistiti, vuole descrivere in toto la situazione dei Paesi Bassi a cavallo fra il '44 e il '45, mentre le ultime retroguardie dell'esercito tedesco occupavano parte del territorio nazionale con gli alleati avanzanti da ovest.
Ma non arresta il proprio arco temporale a un pacifico armistizio, a uno scioglimento finale, seppur macchiato da tristezze, perdite e brutture, tranquillamente consolatorio. Va oltre, nella descrizione un po' tuttologica (passateci il termine) degli orrori del secondo conflitto mondiale, con un'appendice piuttosto lunga - all'incirca 40 minuti - sulle macchie che sporcano il mitologicamente intonso abito della resistenza e dell'eroismo dei vincitori, muovendosi tra denigrazioni dei vincenti, linciaggi e...
Non vi diremo di più perché, dopo una serie di indizi distribuiti con noncuranza lungo il tragitto, il regista consuma il suo tragico finale con un doppio disvelamento, lasciandoci vedere come nulla di quel che abbiamo creduto fosse stato semplice e lineare.
L'unico personaggio che non muta mai nella percezione dello spettatore, e che funge così anche da filo conduttore, da semplice ma allo stesso tempo complessa eroina della storia (in qualunque accezione si voglia leggere quest'ultimo termine), è Rachel Stein, cantante ebrea d'Olanda che si vede massacrare la famiglia sotto gli occhi, decidendo così di passare tra le fila della resistenza.
Ci sembra inutile soffermarci sui dettagli della trama, mentre è interessante notare come, andando a scandagliare in tutte le pieghe dell'antiretorica, Verhoeven si sia attirato gli strali dei benpensanti detentori della verità di stato.
Si passa, senza mezzi termini, dalla denuncia della sottovalutazione compiuta dai partigiani del problema ebraico, alla descrizione sgradevole e secca delle angherie alle quali alcuni liberatori sottoponevano gli ex-collaborazionisti.
Una posizione scomoda, dunque, che il regista difende a spada tratta, affiancato dalla sua bella (e disinibita) eroina in gonnella, Carice van Houten, all'interno della quale nessuna delle parti in causa ne esce pulita e immacolata.
"E' la mitologia del tedesco cattivo e dell'olandese buono quella da sfatare", sostiene. E se quello era l'obiettivo, può dirsi pienamente centrato.
Tuttavia la pellicola soffre di un'eccessiva logorrea di esposizione, che non giova all'introspezione, arrivando ad ottenere l'opposto risultato di semplificare fino all'osso, a furia di sequenze esemplificative, situazioni e personaggi. Ne risulta un lavoro che parte e contiene spunti innovativi, discutibili e interessanti, ma che organicamente risulta un po' vuoto, non riuscendo tutta l'abilità stilistica del cineasta a riempire quella mancanza di senso cinematografico che per lunghi tratti traspare nel film.

già pubblicata qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 02-02-2007 13:35  
Non ho ancora visto il film, per quanto riguarda il ritorno di Veeroven in Europa....era ora!

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 02-02-2007 13:50  
Se vi interessaqui c'è un'intervista che ho fatto in esclusiva a Verhoeven al Festival di Venezia in occasione dell'uscita di questo film.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 04-02-2007 01:51  
---premessa forse inutile, anzi sicuramente--
Il libro nero del comunismo (Le Livre noir du communisme: Crimes, terreur, répression, 1998, a cura dello storico del comunismo Stéphane Courtois) è una controversa raccolta di saggi sugli stati comunisti e su quelli che gli autori ritengono crimini e abusi compiuti dai regimi di tali stati. I saggi sono scritti da diversi accademici e ricercatori del CNRS francese. Soprattutto in Francia, ma anche in Italia, il libro non ha mancato di essere impugnato nella contesa fra le forze politiche; in genere, le destre hanno salutato la sua pubblicazione come operazione di verità, mentre le sinistre hanno criticato il progetto editoriale e culturale dell'opera, vista come un attacco all'eurocomunismo o alla sinistra in generale pretestuosamente associate all'azione dei regimi totalitari di matrice comunista. Nella maggior parte dei casi, l'enfasi del libro è più sulla completezza dei dati che sulla loro analisi nel contesto; fra le sezioni a cui viene accreditato un maggior valore di ricerca storica si deve citare quella sull'Unione Sovietica, scritta da Nicolas Werth.
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Trama:----israele, 1956 , siamo in un villaggio che viene visitato da dei turisti.L'incontro fortuito tra due donne riporta alla mente della odierna maestra Rachel Steinn i tempi del settembre 1944 quando per sopravvivere dovette fare la cantante al servizio del terzo reich. Lei ebrea in Olanda sembra perdere ogni speranza, ma l'incontro con un gruppo di coraggiosi della resistenza e un ufficiale tedesco appassionato di filatelia potranno portarla alla salvezza vista l'imminente probabile disfatta della Germania nazista. Però un tesoro conteso potrebbe rovinare ogni cosa...

Commento---- Paul Verhoeven dopo i successi più o meno grandi avuti in America ( come dimenticare Robocop e Basic Istinct) dirige questo film nella sua patria e con attori e capitali tedesco-olandesi.
Un film che il trasgressivo e fantasioso regista sentiva moltissimo di dover girare, per dedicarlo al suo paese percorrendo una storia di nobilitazione autoriale che avevano percorso altri registi ( primo fra tutti ricordiamo Steven Spielberg ) descrivendo una pagina di storia tragica e conosciuta come quella della deportazione e sterminio delgi ebrei.
Veramente molto bello l'inizio con i suoi paesaggi aperti e la chiara fine della illusoria sicurezza, persa più per caso che per reale avvenimento conseguente a rastrellamento e ispezioni. I sorrisi diventano subito delle espressioni perse di paura, mentre ci si incammina verso i sotterfugi per diventare una novella mata-hari(tra l'altro citata nel film dalla splendida coprotagonista con i capelli rossi).
L'ambientazione e' resa perfettamente, i nazisti sono a tutto tondo incarnati dalla possente e crudele figura del cattivo Tenente Franken, e la vicenda scorre benissimo raccontando tutto con dovizia di logica e ritmo di successione che appassiona senza stancare.Condendo il tutto con generose, sensuali, scene di nudo della splendida protagonista, mai gratuite e molto raffinate.
D'altronde sia con "Showgirl" ma sopratutto con "Basic istinct" il regista aveva dimostrato di avere grandi numeri in questo senso.
Tutto procede benissimo fino a un certo punto, poi improvvisamente, come se un retaggio atavico lo pervadesse, il regista calmo e riflessivo che ha dominato al situazione fino a tre/quarti del film si lascia prendere la mano, la spy-story bellica si trasforma in una sorta di caccia al tesoro e al colpevole, con delle scelte narrative e delle situazioni decisamente discutibili e senza mordente, quasi fuori tono rispetto al rigore del resto del film.
I personaggi perdono la loro connotazione di base per stravolgersi senza stupire, e la sua mano registica si lascia andare a cose d'effetto ma non d'affetto come e' stato per tutto il film fino a lì( c'è una shit-scene veramente da incubo).E oltretutto alla fine molte cose non sono decodificabili e anzi sembrano del tutto non spiegabili.
Un grande spettacolo comunque, ricostruito anche negli ambienti in mnaiera impeccabile, che nonostante le sue peculiari pecche del comparto finale lascia senza fiato per lungo tempo.Appassionando, emozionando e commuovendo per una vicenda che non ha mai lasciato spazio alla consolazione o al respiro, ricordando il recente "Gioco di donna" con la Theron, ma in primis il capolavoro con la Garbo.
Maggiore calma registica e attenzione fino al traguardo senza perdersi in contorsionismi inutili di thriller avrebbero donato un lavoro notevole da parte di un cineasta che di stile ne ha da vendere, preoccupato probabilmente proprio per questo di dare alla chiusura una maggiore autorevolezza propria liberandosi del grande classico che lo ha ispirato.
Un occasione mancata ? Assolutamente no, diciamo una occasione non finalizzata. Vedetelo senza problemi, lo spettacolo è ottimo comunque, ma come si suol dire, quando vedi un dolce speri che sia buono fino all'ultima fetta.
Riguardo ai continui riferimenti al comunismo fatti nel film, chissà se verhoeven voleva ricordare anche un altro ben più famoso libro nero rispetto a quello del film...
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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 662
Da: roma (RM)
Inviato: 13-06-2007 18:57  
Centralità assoluta della protagonista (ribadita dall’uso frequente dell’attacco sull’asse in allontanamento, nelle sequenze in cui è sola), chiamata a rappresentare la condizione del perseguitato nell’Europa occupata. Braccata dai nazisti, nascosta a caro prezzo (e poi venduta) dai concittadini, rimane sospetta agli occhi della stessa Resistenza, che non esita ad affidarle i compiti più pericolosi e poi ad accusarla di tradimento quando un’azione militare fallisce tragicamente.
La continuità temporale (e logica) fra le persecuzioni vissute in Olanda e le nuove minacce a cui dieci anni dopo dovrà far fronte in Israele è resa con una transizione fra inquadrature elegantissima (il sasso tirato nel canale olandese che produce cerchi nell’acqua del lago palestinese).
A differena di Kubrickfan, ho apprezzato l’introduzione di una trama gialla nella seconda parte del film e anche gli accorgimenti barocchi (la tavoletta di cioccolato che rimedia all’intossicazione, il medaglione con le foto dei genitori usato come cacciavite) con cui vengono risolti i momenti di tensione.

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"Che cosa te ne fai di una banca se hai perduto l'amore?"

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 13-06-2007 19:33  
Un film di guerra come tanti,si dice che sia tratto da vicende vere ma l'andazzo è così romanzato e artificiale che si stenta a crederlo
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Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata!

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 29-03-2008 18:09  
L'ho appena visto..devo dire che non mi è dispiaciuto: un thriller spionistico a sfondo storico e dai contenuti "scomodi" ben scritto e ben diretto..ma niente di particolarmente eccezionale.

Insomma non un capolavoro, ma nemmeno una boiata.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 30-03-2008 alle 11:44 ]

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